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Focus sull'Africa

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Introduzione

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Il continente africano, composto da 54 Paesi, possiede un'enorme ricchezza in termini di diversità geografica, culturale e linguistica. 

Nell'Africa subsahariana sono stati compiuti progressi significativi, quali il dimezzamento dei decessi dovuti alla malaria negli ultimi quindici anni e il raddoppiamento del numero di Stati democratici dal 2000. 

I Paesi africani sono anche in testa alla classifica delle economie con maggiore potenziale.
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L'Africa è il continente che ospita la popolazione più giovane: il potenziale umano è quindi enorme ma, al contempo, la sfida demografica e sociale non è indifferente. 

Lo sviluppo economico africano è dinamico, ma questa evoluzione non è ancora sufficiente per permettere a tutta la popolazione di impegnarsi in un'attività economica dignitosa che le consenta di soddisfare le proprie necessità.  

A ciò si aggiunge che problemi quali i cambiamenti climatici, i numerosi conflitti, l'instabilità delle istituzioni governative e giudiziarie, le crescenti disparità e l'urbanizzazione sfrenata rischiano di compromettere i progressi già raggiunti nello sviluppo.
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Secondo le previsioni della Banca Mondiale, entro il 2030 il 90% delle persone più povere del pianeta vivrà nell'Africa subsahariana. 

La cooperazione internazionale della Svizzera in Africa è importante perché permette di attenuare le disuguaglianze e la povertà, di contribuire a sviluppare le economie, di promuovere la pace e di rispondere alle sfide globali.
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Africa del Nord

In seguito ai tumulti politici del 2011, l'impegno della Svizzera mira soprattutto ad accompagnare questi Paesi nella loro transizione politica, economica e sociale. 

Si concentra sulla democrazia e sui diritti umani, sullo sviluppo economico e sulla creazione di posti di lavoro durevoli e inclusivi ma anche sulla migrazione e sulla protezione.
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Africa orientale e australe

Questa è una regione dai forti contrasti. La Svizzera sostiene i Paesi di quest'area così complessa intervenendo non solo nel settore della salute, dello sviluppo rurale, della transizione democratica e del buongoverno, ma anche in quello dello sviluppo economico e della creazione di posti di lavoro, con una particolare attenzione ai giovani e alle donne.
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Africa occidentale

In un contesto fragile segnato da insicurezza e povertà crescenti, la Svizzera si impegna per lo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare, la governance locale e il decentramento nonché per l'istruzione di base e la formazione professionale.
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Egitto

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L'Egitto ospita un vasto numero di migranti, profughi e richiedenti l'asilo provenienti dal Medio Oriente e da altri Stati dell’Africa. In questo Paese la migrazione è un fenomeno complesso, poiché per i migranti l'Egitto è al contempo destinazione, terra di transito e luogo di origine. I profughi arrivano prevalentemente dalla Siria, dal Sudan, dall'Etiopia, dall'Eritrea e dal Sudan del Sud.   

La maggior parte dei migranti e dei profughi deve affrontare molteplici sfide, soprattutto negli ambiti della protezione e dei bisogni primari (istruzione, salute, cibo, alloggio). I migranti sono particolarmente esposti alla povertà, all'insicurezza alimentare, alla scarsa qualità dei servizi e alla violenza sessuale e di genere.
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In Egitto le organizzazioni a base locale svolgono un ruolo chiave nel far fronte ai bisogni primari dei migranti. Queste organizzazioni sono gli attori che conoscono meglio i bisogni della comunità e che godono maggiormente della sua fiducia; il loro personale è inoltre estremamente preparato sul piano culturale e linguistico.   

La Svizzera sostiene l'ONG St. Andrews for Refugee Services (StARS), con sede al Cairo, che fornisce a un totale di 19 000 profughi e migranti servizi di alta qualità e offre loro uno spazio sicuro e inclusivo dove riunirsi.  
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Il progetto condotto in collaborazione con StARS punta a rafforzare le capacità istituzionali e operative delle organizzazioni a base locale. Grazie al sostegno ricevuto nel quadro del progetto, queste organizzazioni riusciranno ad assistere migliaia di persone ogni anno, salvando molte vite e mostrando concretamente alle comunità come possono rafforzarsi.   

«Collaboro con StARS da un anno e un mese. Sono una dottoressa. Cercavo un posto di lavoro a contatto con i profughi, perché anch'io lo sono. Abbiamo una rete di medici e visitiamo e curiamo i pazienti gratuitamente. Cerchiamo di salvare vite umane e facciamo del nostro meglio per aiutare tutti», spiega Rimaz Mohieldin.
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Attraverso l'istruzione, l'assistenza giuridica e il sostegno psicosociale, StARS lavora con i profughi e i migranti più fragili al Cairo per aumentare la loro capacità di soddisfare i bisogni primari. Inoltre, il progetto si fa carico dei casi di violenza sessuale e di genere come pure di ogni altra emergenza nella comunità.   

260 bambini seguono lezioni all'interno di locali di StARS adibiti a scuola.  
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Fatma Aly ha 26 anni e viene dal Sudan. Lei e le sue figlie beneficiano dei servizi di StARS:   

«Ho tre figlie. Una è in ospedale perché è ammalata. Le altre due frequentano la scuola gestita da StARS. Una viene in quest’ala dell’edificio, l'altra è nell'asilo nido che si trova da un'altra parte. Sto aspettando che mia figlia finisca le lezioni, poi andremo a prendere sua sorella e insieme andremo all'ospedale e far visita alla più piccola delle tre».
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Il contesto mostra che le sfide non mancano quando si tratta di dare protezione e servizi di base ai migranti. Spesso queste organizzazioni a base locale ricevono, nel migliore dei casi, solo un minimo sostegno da organizzazioni con maggiori risorse, nonostante svolgano un ruolo fondamentale.  

La Svizzera investe ampiamente nel sostegno alla società civile e continuerà a farlo per riuscire a realizzare un cambiamento a livello nazionale.     

Per maggiori informazioni:   

DSC Nord Africa   

DSC Migrazione
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Mali

Dal 2012 il Mali sta attraversando una crisi politica, istituzionale e di sicurezza che ha messo in luce i limiti del sistema di gestione pubblico maliano. Alla situazione di crisi si aggiungono altre sfide, come la forte crescita demografica, la distribuzione disomogenea delle risorse tra le regioni e il basso reddito della popolazione.  

La gestione centralizzata degli affari pubblici non ha prodotto i risultati sperati: neppure gli abitanti delle città hanno accesso ai servizi di base (p. es. acqua, istruzione e sanità). Il 70 per cento della popolazione urbana non dispone di energia elettrica e il 42 per cento non ha accesso all'assistenza sanitaria.
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Negli anni 1990 il passaggio a un sistema decentrato ha permesso di migliorare l'accesso alle infrastrutture, di promuovere lo sviluppo del settore privato e di ridurre le disuguaglianze, che sono all'origine di conflitti.   

Per incentivare la crescita delle città secondarie, la Svizzera cofinanzia, insieme alla Banca Mondiale, un programma di sostegno ai Comuni urbani del Mali. Condivide inoltre il suo know-how nel campo del sostegno al buongoverno locale e allo sviluppo economico.
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Il programma intende migliorare l'accesso della popolazione urbana ai servizi e alle infrastrutture di base: acqua, elettricità, strade, sanità, istruzione. Forma inoltre i governatori locali in modo che imparino a pianificare meglio le loro priorità e a realizzare le opere previste. Le associazioni di quartiere e i comitati di utenti si occupano del relativo monitoraggio e della manutenzione.
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Per una buona gestione amministrativa e finanziaria, le 14 città partner del programma hanno accesso a strumenti di gestione per la pianificazione, il bilancio, la contabilità, l'audit e il controllo dei cittadini. I governatori locali riescono così più facilmente a rendere conto alla popolazione della buona gestione delle risorse umane e finanziarie.
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Il progetto ha permesso di 

·         costruire e attrezzare 270 aule scolastiche e 6 centri sanitari; 
·         progettare 48 km di canali di scolo e collettori d’acqua; 
·         realizzare 17 km di strade urbane asfaltate a Bamako e in otto città secondarie; 
·         creare 16 aree commerciali (mercati, stazioni degli autobus).   

In totale, 300'000 persone hanno tratto direttamente beneficio da queste opere e sono riuscite ad aumentare il loro reddito.   


Per maggiori informazioni:

DSC in Mali

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Burkina Faso

In Burkina Faso, oltre il 40 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. L'economia del Paese dipende fortemente dall'agricoltura e dalle piccole imprese artigianali, le principali fonti di reddito dell'80 per cento circa della popolazione. Servizi di base insufficienti e l'elevata crescita demografica stanno mettendo sotto pressione le infrastrutture esistenti.
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Il decentramento, avviato dallo Stato nel 1991 e sostenuto dalla Svizzera, mira a sviluppare servizi pubblici di qualità che soddisfino i bisogni della popolazione. La sua attuazione comporta delle sfide, tra cui lo scarso trasferimento di risorse alle comunità e la mancanza di know-how dei funzionari eletti localmente.
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Il decentramento aumenta la trasparenza e l'efficacia nella gestione degli affari pubblici locali. I cittadini sono maggiormente coinvolti nei piani di sviluppo della loro comunità. La Svizzera accompagna gli attori locali e regionali nell'elaborazione di questi piani di sviluppo d'intesa con la popolazione.
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Con il sostegno della Svizzera, 30 enti territoriali hanno potuto sviluppare servizi sociali (istruzione, sanità, accesso all'acqua potabile) ed economici (trasporti e mercati) che consentono di rispondere alle esigenze di oltre 6 milioni di cittadini del Burkina Faso.
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Oltre 700 progetti sono stati realizzati con il sostegno della Svizzera nei settori dell'istruzione, della sanità, dell’acqua, dell'economia locale e dello stato civile. Ad esempio, nella parte orientale del Paese è stata costruita una rete di oltre 300 km di strade rurali che collegano le città e consentono l'accesso ai mercati. Più di 110'000 persone hanno accesso all’acqua potabile grazie alla realizzazione di varie infrastrutture, tra cui pozzi.
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Il programma pone inoltre l'accento sullo sviluppo della democrazia locale. Le associazioni e i media sono rafforzati e le loro azioni mettono in risalto l'attività politica locale. Essi promuovono una maggiore trasparenza e responsabilità da parte dei funzionari eletti.
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Grazie alla sensibilizzazione dei funzionari eletti localmente in materia di parità di genere, le associazioni femminili sono ormai sistematicamente coinvolte nei processi decisionali a livello locale e regionale.    


Per maggiori informazioni:

DSC Burkina Faso

DSC Buongoverno

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Great Lakes

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I conflitti scoppiati negli anni 1990 nella regione dei Grandi Laghi (Burundi, Ruanda e Repubblica democratica del Congo) hanno causato enormi sofferenze alla popolazione e indebolito il tessuto sociale. Lo stupro è stato usato come arma di guerra per un intero decennio. Nonostante la guerra sia ufficialmente terminata, la portata del fenomeno della violenza sessuale e di genere rimane allarmante.   

La maggior parte delle vittime sono donne, ma anche uomini e ragazzi ne sono colpiti, aspetto spesso considerato ancora un tabù. Le vittime sono stigmatizzate e respinte dai membri della comunità.
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Oltre a subire lesioni fisiche, le vittime sviluppano anche disturbi psicologici. Per affrontare le conseguenze fisiche e psicologiche della violenza, nel 2011 la Svizzera ha lanciato in tutti e tre i Paesi un programma di assistenza psicosociale per le donne vittime di violenza sessuale. 

Il programma coinvolge l'intera comunità, non solo le vittime: in questo modo se ne facilita il reinserimento.
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Il coinvolgimento degli uomini è decisivo per assicurare l'efficacia dell'approccio adottato. Per indurre un cambiamento comportamentale il programma si concentra sulla prevenzione e sensibilizza uomini e autorità locali al problema della violenza sessuale e di genere.
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I «laboratori di guarigione» permettono alle vittime di recuperare gradualmente la salute mentale e relazioni sociali sane. Costituiti all'interno delle comunità, offrono spazi di discussione e di scambio per persone che hanno vissuto esperienze simili e hanno esigenze analoghe.   

Le vedove frequentano per esempio laboratori sul lutto e sulla gestione emotiva, le coppie sulla mediazione, il perdono e la riconciliazione.
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Le persone che hanno subito violenze spesso cadono in povertà e non dispongono di risorse personali e finanziarie sufficienti per provvedere a sé stesse. Partecipando ai «laboratori di guarigione» possono aspirare a nuovi progetti di vita, ottenere un credito da una banca e lanciarsi in attività imprenditoriali. 

Attraverso questi laboratori imparano inoltre a utilizzare gli strumenti per gestire piccoli progetti e grazie anche alle competenze acquisite possono costruirsi una nuova vita.
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L'approccio psicosociale integra gli aspetti medici, psicosociali e giuridici e pone l'accento in particolare sulla reintegrazione delle vittime nelle loro comunità.   

Per ridurre in maniera duratura la violenza sessuale e di genere nella regione dei Grandi Laghi è essenziale continuare a lavorare con le comunità e rafforzare il sistema sanitario. 

È altrettanto fondamentale che gli Stati interessati continuino a impegnarsi nella lotta contro l'impunità.
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Nel 2019, 26'000 persone – il 70 per cento delle quali donne – hanno beneficiato direttamente di questo progetto nei tre Paesi in esame. L'80 per cento delle vittime dei nuovi casi di stupro (11'000) sono donne. Più di 600 vittime hanno ricevuto assistenza giudiziaria e 50 sentenze si sono pronunciate a favore della vittima. 

I progressi sono incoraggianti, ma rimangono da risolvere molte sfide in questa regione debilitata dai conflitti.   

Per maggiori informazioni: 

DSC Regione dei Grandi Laghi   

DSC Uguaglianza tra donne e uomini
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Niger

Posizionato al centro del Sahel e senza sbocco sul mare, il Niger cerca di preservare la propria stabilità in un contesto regionale caratterizzato da una situazione di sicurezza in continuo peggioramento. Il Paese è fragile e deve far fronte alle crescenti aspettative di una popolazione per la maggior parte giovane e impaziente.

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La metà della popolazione del Niger è di età inferiore ai 15 anni, e il Paese deve dunque affrontare la sfida di fornire a tutti i suoi cittadini un'istruzione di qualità. In termini di formazione professionale, l'offerta copre solo l'1 % delle esigenze. 

Per sostenere le autorità nigeriane, nel 2011 la Svizzera ha lanciato un programma di sostegno alla formazione professionale nelle zone rurali del Paese. L'obiettivo è contribuire alla creazione di un sistema di istruzione, formazione e inserimento professionale che risponda alle esigenze dei giovani e del mercato del lavoro locale.
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Grazie al sostegno della Svizzera, sono state avviate o rafforzate diverse strutture formative nelle regioni rurali di Dosso e Maradi, nel Sud del Niger. La Svizzera sostiene un sistema di apprendistato duale che permette di combinare lezioni teoriche e pratiche nella propria lingua madre. 

Dal 2013 sono 15'000 i giovani che hanno frequentato una formazione in uno di questi centri. Tra le conoscenze di base acquisite ci sono la scrittura, il calcolo e le competenze pratiche necessarie per esercitare un'attività professionale.
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I «centri di formazione professionale» accolgono i giovani che intendono dedicarsi alla meccanica, alla falegnameria, all'elettronica o alla cucina.
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I «siti integrati di formazione agricola», invece, offrono una formazione pratica in ambiti quali l'agricoltura, l'allevamento, l'orticoltura e i macchinari agricoli.
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Grazie a quanto ha appreso nel programma di formazione agricola, Nana Aicha Yacouba, una ragazza diciottenne della regione di Maradi, è stata incaricata della gestione del frutteto di famiglia:  

«Con mio padre abbiamo piantato 100 alberi di mango nel frutteto della nostra piccola azienda a conduzione familiare. Sono io a occuparmi delle tecniche di coltivazione (innesto e piantagione), e mio padre si fida completamente di me, anche se sono la più giovane, e per giunta una ragazza. Segue le mie decisioni senza esitare. Ci occupiamo insieme del frutteto e speriamo di trarne buoni profitti quando le piante cominceranno a produrre frutta».   

Per maggiori informazioni:
 
DSC in Niger 

DSC Istruzione di base e formazione professionale


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Tanzania

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Ascolta una puntata del programma Niambie in cui si parla delle sfide che le ragazze devono affrontare a scuola (in swahili).

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In Tanzania, la maggior parte dei giovani non è coinvolta o non partecipa ai processi decisionali su questioni che riguardano da vicino le loro vite. Niambie («parlami» in swahili) è un progetto multimediale che mette in contatto i giovani del Paese attraverso un programma radiofonico settimanale e i social media. 

Il progetto è finanziato dalla Svizzera e realizzato da BBC Media Action, e ha l'obiettivo di fornire informazioni pertinenti, credibili ed equilibrate per aiutare i giovani a conoscere i propri diritti e le proprie responsabilità. Intende inoltre alimentare la fiducia dei giovani, affinché si impegnino all'interno delle comunità e nei processi decisionali democratici.
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Il programma radiofonico ospita esperti e personaggi famosi quali musicisti di tendenza, e li intervista su svariati argomenti, dalla salute, al buongoverno, alla finanza personale. 

Gli esperti condividono la loro opinione in qualità di professionisti, mentre le celebrità spiegano in linguaggio colloquiale il loro punto di vista sugli argomenti scelti. Gli ascoltatori sono coinvolti nella discussione grazie alla possibilità di fare domande o commenti chiamando da casa o interagendo sui social media. 

Per condividere le proprie idee, sia il pubblico che gli ospiti talvolta utilizzano tecniche come il canto o il «freestyle».
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Dalla sua nascita, nel 2013, Niambie ha raggiunto 3,8 milioni di ascoltatori. I giovani che ascoltano il programma hanno acquisito maggiori conoscenze e sicurezza per partecipare ai processi democratici. 

Gli ascoltatori affermano che il programma li ha aiutati a migliorare la loro comprensione dei processi decisionali e dell’importanza di chiedere ai leader di assumersi le proprie responsabilità.
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Niambie fa delle pari opportunità e dei pari diritti tra giovani donne e uomini il suo obiettivo principale. Le puntate pongono un forte accento sull'uguaglianza di genere. 

Le giovani ascoltatrici affermano di aver imparato di più su temi quali la discriminazione e la violenza di genere, la salute sessuale e riproduttiva e le sfide che le giovani ragazze devono affrontare a scuola.   

«Ho imparato molto da Niambie. Per esempio, ora so che posso partecipare ai processi politici e condividere le mie opinioni di ragazza. Posso anche interagire con i miei coetanei in tutto il Paese attraverso la pagina Facebook di Niambie, per discutere insieme a loro dei problemi quotidiani». Zainab Juma Kabelengwa, Dar es Salaam.
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La Svizzera riconosce la fondamentale importanza dei processi democratici ed elettorali inclusivi per lo sviluppo della società. Il sostegno a Niambie ha come obiettivo principale quello di far partecipare i giovani ai processi di sviluppo che li riguardano.   

Per maggiori informazioni:   

DSC Tanzania   

DSC Buongoverno   

Per ascoltare l’ultima puntata di Niambie (in swahili), clicca qui   

Per seguire Niambie su Facebook, clicca qui
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Zimbabwe

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I cambiamenti climatici stanno colpendo duramente la popolazione rurale dell'Africa australe. A causa delle frequenti siccità, delle infestazioni da parassiti e degli effetti negativi delle condizioni meteorologiche, per gli agricoltori è molto difficile sopravvivere per mezzo di sistemi di coltivazione basati sull’irrigazione con l'acqua piovana. In particolare i periodi di siccità hanno avuto conseguenze devastanti. 

Ad aggravare ulteriormente la situazione nel Paese intervengono una condizione economica precaria e un'inflazione elevata. La crisi economica ha colpito direttamente i piccoli agricoltori: alla fine del 2018 il prezzo delle sementi e dei fertilizzanti era più che raddoppiato rispetto all'anno precedente. Questa spirale tra shock climatici ed economici ha provocato un’emergenza umanitaria.
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Masvingo è la prima provincia dello Zimbabwe ad attuare l'Iniziativa Rurale di Resilienza R4 (R4 Rural Resilience Initiative) del Programma Alimentare Mondiale (PAM). Il progetto, avviato dalla Svizzera in Africa australe, sostiene i piccoli agricoltori nell'adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici.   

R4 combina aspetti legati all'agricoltura e alla finanza. Inoltre, comprende quattro strategie di gestione del rischio: la riduzione del rischio (creazione di attivi), il trasferimento del rischio (micro-assicurazione indicizzata in base alle condizioni atmosferiche), l'assunzione di rischio (credito) e le riserve di rischio (risparmio). 

L'obiettivo principale è aiutare le famiglie povere a migliorare la loro sicurezza alimentare e ad affrontare shock climatici come quello della siccità.
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Gli agricoltori applicano pratiche rispettose del suolo e dell’acqua, ripristinano le aree deforestate e desolate e creano infrastrutture semplici come dighe, stagni e orti irrigati che possono fornire loro nuove fonti di reddito.

L'aspetto più innovativo dell'iniziativa R4 è che i piccoli agricoltori poveri ricevono un'assicurazione contro la siccità tramite il lavoro che svolgono per la comunità. Così, se nella stagione di crescita non è caduta abbastanza pioggia, viene versato loro un indennizzo. 

Infine, vengono costituiti gruppi di risparmio in cui i partecipanti investono ogni mese parte del loro reddito per ottenere piccoli prestiti destinati ad attività non legate all'agricoltura.
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Tariro Fariva e sua figlia Lana sono due donne molto forti. Vivono a Masvingo, e insieme alla loro famiglia hanno potuto trarre grandi benefici dal progetto, che permette loro di procurarsi pesce e verdure fresche. 

Tariro ha acquisito svariate conoscenze sull'agricoltura sostenibile e sull'alfabetizzazione finanziaria, che ora è in grado di applicare ad altri aspetti della sua vita. Per esempio, ha potuto avviare la propria iniziativa di allevamento avicolo e caprino.   

Entro il 2021 saranno coinvolte nel progetto 6'000 famiglie di contadini dello Zimbabwe. In Malawi e in Zambia, dove l'R4 è operativa da quattro anni grazie al sostegno svizzero, i partecipanti sono già quasi 50'000, di cui i due terzi sono donne.  
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Gli agricoltori riducono gradualmente la loro vulnerabilità ai rischi climatici. Alcuni di loro sono riusciti a risparmiare una parte dei loro averi e ora si occupano della compravendita di generi alimentari nella comunità. Altri utilizzano i fondi per le emergenze, come per esempio per le tasse scolastiche e le spese mediche.   

Per garantire la sostenibilità, il progetto ha coinvolto fin dall'inizio compagnie di assicurazione private, istituti di microcredito e acquirenti di prodotti agricoli.   

Durante una pausa dal lavoro di zappatura, Kwaneiso Mawere ci dice che, tra le conoscenze che ha acquisito, la più importante è come fare dell'agricoltura un'attività imprenditoriale.
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Spesso le donne devono sobbarcarsi più lavoro domestico, perché i giovani delle zone rurali cercano lavoro nei centri urbani o nel vicino Sudafrica. Sono quindi il fulcro della famiglia e devono svolgere lavori pesanti, come andare ogni giorno a prendere l’acqua.   

Questa loro condizione è anche un aspetto coesivo, perché si riuniscono e discutono dei propri problemi. Anche gli uomini sono incoraggiati a partecipare al fine di raggiungere un equilibrio tra donne e uomini all'interno delle comunità. 

«Abbiamo creato progetti che generano reddito, come la piscicoltura e l’orticoltura. Io ho iniziato a vendere verdure nelle scuole e nella comunità e così facendo riesco a pagare le tasse scolastiche per i miei figli. Penso che la mia vita migliorerà e ne sono felice», dice Tafadzwa Sigauke.
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In Africa australe, questi progetti possono essere promossi su base nazionale e regionale. L'iniziativa R4 a Masvingo si sta dimostrando molto promettente nell'aiutare gli agricoltori rurali in condizioni di vulnerabilità ad aumentare la propria sicurezza alimentare e di reddito a fronte dei crescenti rischi e shock climatici in Zimbabwe. 

Le politiche climatiche internazionali dovrebbero fare tutto il possibile per garantire che gli insegnamenti tratti dallo Zimbabwe siano presi in considerazione in altri contesti.    

Per maggiori informazioni :   

DSC Africa australe   

DSC Cambiamenti climatici e ambiente
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  • Credits: Niambie, SDC / Christina Rizk, SDC / Esther Mbabazi, SDC / Esther Nsapu, SDC / Gulshan Khan, SDC / Gulshan Khan , Samuel Schlaefli, Samuel Schlaefli